“Ci sono parole che volteggiano, parole che profumano, che offendono, che parlano, parole che non dicono e parole che disegnano”

Non sono una gran lettrice, facendo l’insegnante ho scoperto la bellezza che si cela dietro libri che di parole ne usano poche ( una mia cara amica mi ha spiegato che si chiamano albi illustrati) a volte anche zero oppure quelli che usano solo parole. Molto spesso, mi domandano come faccio ad interessarmi a libri senza parole o troppo “corti”(certo che gli adulti per indulgenza e pregiudizio spiccano), così ecco che mi sbizzarrisco ed inizio a blaterare cose incomprensibili ad alcuni di loro… Ah, sì, sapevate che le immagini parlano ed i bambini come noi adulti possono interpretarne il significato?! (provate a mettere un “grande” davanti ad un libro senza parole, ne vedrete lo smarrimento più totale). Sapevate che la  scrittura, o meglio, i segni della scrittura rientrano a tutti gli effetti nella categoria iconica e sono indispensabili per prendere coscienza dei messaggi che porta un testo? I bambini hanno la capacità di “vedere” le parole che danzano e di assaporarne davvero l’essenza.

Così ho cercato un testo che potesse racchiudere la bellezza e l’importanza delle parole; mi sono imbattuta in un testo con immagini molto belle, con poche parole ma parole che si “acchiappano”, che pensano, che amano che urlano.

Un libro che da insegnante apprezzo perché, figuriamoci se non mi trovavo davanti a bambini talmente curiosi da usare tuuuuutte le parole più imbarazzanti che conosco…?!(ovviamente si). Da mamma, lo ho utilizzato perché non mi venivano le parole, per spiegare a mio figlio Mattia che ogni parola detta o non detta ha una conseguenza e che esiste uno spazio per esprimersi e “prendere” le parole di cui si ha bisogno…