Ho imparato che l’ascolto non puoi davvero “ascoltarlo” solo con le orecchie.
Ho imparato che le parole, hanno bisogno di “essere guardate” e quanto male può fare quando questo non avviene.
Ho imparato, l’ostinazione di una madre nel voler fortemente che il suo bambino fosse uguale agli altri. Ho imparato che ci sono lacrime molto più amare di quel che credevo , lacrime di chi ha capito che gli occhi, i suoi occhi non si incontreranno mai con quelli di suo figlio. Ho visto la dolcezza in occhi grandi e neri, dentro un piccolo viso, li ho visti vispi e curiosi … Ma non guardavano mai verso di me; al contrario invece di quelli grandi e sempre neri di una mamma, che cerca mani che stringano le sue, braccia che accolgono le sue paure, le sue consapevolezze. Ho imparato che consapevolezza a volte vuole dire dolore, che per diventare consapevole devi essere forte e amare oltre misura. Ho imparato, che la bellezza di una madre, consapevole che il suo bambino non ricambia nei modi comuni l’amore, ha la dolcezza nelle mani, la tristezza negli occhi la forza di un leone nel cuore.
Ho visto la sicurezza di quegli occhi esplorare, ho visto un viso perfetto fermarsi per essere accarezzato. Ho sentito mani piccole sfiorare le mie. Ho capito che l’amore si sente, l’amore scappa non solo dagli occhi, l’amore scappa da una piccola testa che si gira, dalle mani di una mamma, dalla voce rotta dal pianto, da quel modo che hai per comunicare. Il tuo mondo lo hai dentro, e nonostante questo, in un attimo mi hai insegnato e dato tanto. Grazie.