Quale mamma non ha mai provato “l’emozione snervante” di provare a cucinare per il proprio bimbo e vedere le smorfie di disgusto, degne di un attore, durante l’assaggio? Questo, non vuol dire che il nostro piatto era orrendo, almeno non sempre, alle volte può essere un cibo che a lui non piace ed allora evitiamo di sforzare… A scuola, ad esempio i bambini assaggiano, sperimentano, soprattutto grazie all’interazione con i compagni, l’insegnante propone, la pietanza invitando, il bambino ad assaggiare. Personalmente tutte le forzature non le condivido. Ci sono mille trucchi per “mascherare” una verdura e farla mangiare ai bambini, io condivido poco anche questa modalità, perché, mi troverei impreparata a rispondere, se mi dovesse chiedere cosa ci ho messo dentro. Ci sono poi, quei bimbi, che a scuola mangiano piatti di verdura e magari a casa non vogliono nemmeno avvicinarsi, allora credo che il motivo, stia tutto nel significato, a scuola, nel momento del pranzo i bambini sono insieme, si osservano, si incuriosiscono a vicenda… Si coalizzano per fare palline di mollica di pane e lanciarle, ridono e fanno trottare le insegnanti per farsi servire il bis o il tris della minestra; per questo ed altro, il pranzo assume un significato davvero importante dove il contatto con gli altri diviene più stretto.
Quello che voglio condividere con voi, è che se proviamo a dare tempo ai bambini, non forziamo, e gli facciamo sperimentare il cibo fin da piccoli attraverso la manipolazione, senza la paura di sporcarsi eccessivamente, possiamo anche evitare qualche stress quando crescono, forse…Poi, se qualcuno ci fa sentire inadeguate, perché nostro figlio non mangia le verdure, respiriamo, passiamo oltre e non permettiamolo!
