Oggi è stata una giornata pesante, come quella di tutti forse, mi sono fermata a parlare con colleghe che fortunatamente la pensano come me, riguardo a chi con estrema facilità applica ai bambini etichette che identificano un comportamento; ma non identificano per nulla il bambino in questione…
Quando ero piccola, ero la bambina “scalmanata”; adesso, forse sono più “calma”.
Eppure quell’etichetta di bambina scalmanata, mi ha accompagnata per un lungo periodo; chissà come mi sentivo, ricordo, che a scuola dicevano così è io lo diventavo sempre di più, forse loro mi volevano così.
Anche di questi tempi sento definire i bambini “cattivi”, “monelli”, “bravissimi”… ho sentito addirittura “bugiardi” , basta davvero poco e ecco stampata l’etichetta; tutti pronti a fare diagnosi, dare forme di giudizio così pesanti, che spesso, pesano come un macigno, sul bambino che se le vede modellate addosso come un abito appena confezionato.
Ci siamo mai chiesti cosa significa per un bambino, sentire su di lui un’etichetta di questo genere? I bambini non hanno l’esperienza necessaria per poter rielaborare una definizione che gli è stata applicata, i bambini la subiscono e reagiscono spesso di “pancia”, immaginate cosa può voler dire per un bambino vedere che gli adulti reagiscono secondo le loro credenze su di lui, piuttosto che guardare davvero dentro la situazione e chiedersi perché? Immaginate quando capita tra noi “persone grandi” che si subisca un giudizio così pesante da toglierci la capacità di rispondere…
I bambini “bravissimi” per tenere quell’etichetta poi, devono davvero fare i salti mortali; non sono più bambini, sentono di non avere margine per sbagliare, non è per nulla facile. Quelli “monelli” poi, nessuno ha più fiducia in loro, così per avere le stesse attenzioni perseverano con quei comportamenti, anche questo deve essere tanto faticoso. Combattere contro ciò che noi crediamo “sia” è veramente faticoso, ci facciamo idee, applichiamo etichette e le nostre reazioni avvengono in base a questo.
I bambini, hanno il diritto di avere delle possibilità, hanno il diritto, di essere affiancati da adulti che con responsabilità, li accompagnano nel percorso di crescita, non adulti che applicano definizioni; i bambini hanno diritto alle scoperte, di ciò che può essere giusto ma anche sbagliato senza per questo, per la nostra esigenza “di classificazione” finire impigliati nella rete di un etichetta applicata.
Un’etichetta, pesa come un macigno, i bambini lo sentono e ne portano il peso…